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racconto - gli slavi

****GLI SLAVI  **** RACCONTO ****



Come al solito la voglia mi tornava improvvisa, non avevo un compagno fisso quindi mi informai da alcuni amici, mi avevano detto di un certo bar dove si poteva trovare dei ragazzi. Rinnovai la depilazione, indossai una vezzosa mutandina nera, una sottoveste di pizzo, e le autoreggenti nere, sul tutto indossai una tuta felpata e scarpe da ginnastica. Mi recai nel bar dove mi avevano detto di chiedere al cassiere che mi indicò un gruppo di giovani che giocavano al biliardo, rimasi a guardarli poi la mia scelta cadde su un moretto, alto, con il torace possente, i capelli a spazzola e la cosa più importante dei jeans strettissimi che non lasciavano nulla all’immaginazione. Mi avvicinai e gli feci un segno si avvicinò sornione e prese subito lui l’iniziativa e con l’accento dell’est mi disse
“Se vuoi scopare siamo in due, c'e' anche il mio amico"
Così dicendo mi indicò un altro ragazzo simile a lui, solo che con un ciuffo di capelli biondi,  lui sorrise, poi mi disse
“Cinquecento metri a destra c’è un cantiere, spingi il cancello e aspettaci nella stanza in fondo arriviamo subito”
Parcheggiai la macchina davanti al cantiere, mi tolsi la tuta, indossai un vestitino nero con le bretelline, e stivali neri con il tacco altissimo, misi il rossetto, spinsi il cancello ed andai nella stanza in fondo, c’era solo un rozzo tavolo di legno coperto da un tappeto. Dopo pochi minuti li sentii arrivare, portavano delle torce elettriche, il più alto emise un fischio vedendomi vestito così, mi carezzo le natiche alzandomi il vestitino, gli carezzai la patta, lo sentii duro sotto le dita, tirai giù la lampo, infilai la mano dentro e lo tirai fuori, la cappella mi risalto subito agli occhi, era circonciso, e il grosso glande viola brillava alla luce della torcia, lo accarezzai, leccandomi le labbra, lo masturbai, eccitato nel vedere che anche l’altro aveva tirato fuori il suo uccello e si masturbava, la cappella usciva scura dal suo cappuccio ad ogni colpo della mano facendomi vedere lo spacchetto che sembrava guardarmi. Mi chinai infilai un preservativo e comincia a leccarei la cappella scoperta, l’altro si avvicinò e io tenendo sempre in bocca il cazzo del primo, gli presi in mano il cazzo masturbandolo, non ne avevo avuti mai due, poi due così, ero felice, succhiai a lungo il primo, segando l’altro, poi invertii le posizioni, il secondo era molto più grosso e me lo spinse fino in gola con forza, rischiai di vomitare, ma riuscii a respingerlo
e presi a spompinarlo con piacere. La bocca mi faceva male, passando dall’uno all’altro la saliva mi aveva impiastricciato il viso, non volevo smettere ebbi un sussulto sentendo aprire il cancello, era entrato un altro ragazzo che aveva tirato fuori il suo uccellone e si masturbava guardando la scena, per un attimo ebbi paura ma i due mi dissero che era un amico che voleva solo guardare. Continuai a lungo a spompinarli, avevo la bocca arrossata, la saliva mi scendeva sul mento, stavo godendo ma non volevo che loro venissero, lo volevo nel culo, e glielo dissi, mi fecero mettere con la pancia contro il tavolo, alzarono il vestito sulla schiena, uno dei due mi strappo via le mutandine che mi rimasero attorcigliate ad una coscia. Sentii la cappella contro il buco del culo, per quanto fossi aperto mi fece male, gridai e lui spinse con più forza cercando di penetrarmi “Mi fai male, piano piano” ma lui non desistette dicendomi “Lo vuoi in culo o no” “ Si si ti prego, mettimelo, ma fa piano, hoooo cosììììì” La cappella aveva superato il muscolo e sentii il grosso cazzone entrare pian piano nel mio intestino, lo apriva e lampi di piacere mi pervadevano, ma lo sfilò subito, per infilarlo ancora con più forza, pompò dentro di me che mi abbarbicavo al tavolo per resistere alle sue spinte: Parlottarono fra loro, e lo sfilò, ma fu un attimo perché l’altro prese il suo posto scopandomi nel culo con forza ed a lungo, si dettero il cambio per un paio di volte, poi sentii che il primo mi veniva dentro nel culo con il preservativo, lo sfilò con un risucchio e l’altro si mise dietro di me, si masturbò, venendo sopra le mie natiche, sporsi le mani indietro e spalmai lo sperma sulla pelle godendo. Il terzo ragazzo era rimasto in disparte e continuava a masturbarsi guardando la scena, gli feci cenno di avvicinarsi, mi chinai e glielo presi in bocca, lo succhiai, masturbandolo, ma fu un attimo perché quasi subito mi schizzo in faccia un mare di sperma contro il viso. Senza parlare si ricomposero lasciandomi nuda e tutta bagnata del loro seme, ma felice, avevo rischiato ma ne valeva la pena.

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